Wednesday, March 31, 2010

CHE BELLO ANDARE AL...MAR!

Giovedì, 25 Marzo 2010 siamo andati al M.A.R.(museo archeologico regionale).
Appena entrati in museo la nostra accompagnatrice Leila ci ha mostrato alcune tavolette d'argilla. Una di queste rappresentava Adamo ed Eva e si poteva vedere al centro rappresentato un albero con un serpente attorno. Poi c'erano delle piccole tavolette che misuravano circa 2 cm per 3 cm, sulle quali c'erano scritte come delle liste per la spesa; venivano dall'Iran, dall'America,...

Dopo ci siamo fermati davanti a due grosse pietre, sembravano quelle dei 10 comandamenti. Rappresentavano una donna e un uomo; di queste tavolette ne hanno trovate una quarantina.

I cristallini ritrovati ai piedi del Mont Fallère hanno fatto intuire agli archeologi che i Romani siano passati anche di lì.

Leila, l'archeologa, ci ha fatto osservare una teca con delle spille che servivano per tenere chiusa la toga e la tunica degli antichi Romani e dei bracciali che mettevano su tutto il braccio.

La città romana



Abbiamo osservato il plastico di Augusta Praetoria Salassorum (Aosta Romana). Leila ci ha spiegato che i Romani quando costruivano una città facevano subito due strade perpendicolari chiamate Cardo e Decumano. Avevano inoltre realizzato una complessa rete di acquedotti.

Nella città romana c'erano dei quartieri chiamati insulae dove si sviluppavano il commercio e l'artigianato. Il centro della città era il foro; era un luogo di incontro dove si svolgevano i mercati e si andava a pregare. Qui venivano anche giudicati quelli che commettevano dei reati.


In ogni città romana c'erano le terme pubbliche e private dove si poteva anche leggere. I bambini non potevano andarci fino all'età di sette anni. Nella città antica di Aosta c'erano un anfiteatro e un teatro.

Ecco la riproduzione in miniatura dell'anfiteatro.

Le città dei morti
Al di fuori della città c'erano 3 necropoli (parola che deriva dal greco necro= morto e polis =città).

I romani portavano i defunti fuori dalla città per motivi di igiene. Li seppellivano con la testa verso est, punto cardinale in cui sorge il sole, oppure li cremavano.

Ecco un'urna funeraria in cui si trovavano le ceneri.





I resti di queste necropoli sono stati molto importanti per gli archeologi che hanno potuto ricostruire il passato conoscendo sempre più aspetti della vita quotidiana dei romani.


L'alimentazione


I romani usavano moltissime spezie per dare gusto ai cibi:

il timo era usato per i dolci e la carne,
il miele per zuccherare,
l'olio serviva per condire ma anche per fare prodotti di bellezza e per illuminare.


Usavano molto una specie di pasta alimentare chiamata garum che era fatta con acciughe, olive, capperi, olio e sale. Tutti questi ingredienti venivano fatti macerare per un mese e tutti i cibi venivano salati con questo garum. Il sale veniva usato principalmente per conservare i cibi.


Giorgia sta annusando il garum... puzza un po' di pesce!

Nella preparazione dei dolci usavano lo zenzero.
Usavano anche il pepe, il coriandolo, la menta, il peperoncino, il cumino.

I romani bevevano un vino molto pesante, il moulsum, proveniente principalmente dalla Grecia e dalla Sicilia, che a lungo andare faceva male allo stomaco.




Leila ha in mano la riproduzione di un' anfora in cui mettevano il vino.

Anche la loro birra era piuttosto "spessa"!
Per i romani il pasto più importante era la cena, che facevano molto presto.
La colazione non sempre si faceva e a pranzo si mangiava poco.
La cena abbondante era a base di cereali, frutta, uova, formaggi, carne e tanto pesce.










Anche al tempo dei romani c'erano delle specie di fast food chiamati "termopolium" dove le persone potevano andare a mangiare un pasto caldo a poco prezzo.


Nei mercati si usavano delle anfore conficcate nel terreno, chiamate doie, per conservare e tenere al fresco i cibi e le bevande.
Non usavano le patate, i pomodori, lo zucchero e il tacchino perché non li conoscevano.

La cucina romana doveva essere più o meno così.

Tuesday, March 23, 2010

GIACINTI: CHE PROFUMO!

22/03/2010
UN GIACINTO MISURA 18 CM, L’ALTRO 10 CM E IL TERZO STA SPUNTANDO DALLA TERRA. SONO PROFUMATISSIMI: UN GIORNO TUTTA LA CLASSE PROFUMAVA DI GACINTO!
OGNI FIORE HA UNO STELO VERDE A CUI SONO ATTACCATI TANTI FIORELLINI A FORMARE UNA INFIORESCENZA. SU UNO STELO CI SONO CIRCA 40 FIORELLINI GIALLI.
LE FOGLIE SONO VERDI, LUNGHE E TUTTE ALLA BASE. NE ABBIAMO CONTATE 7 NELLA PIANTA PIÙ ALTA E 6 IN QUELLA PIÙ BASSA.
Classi 1a e 2a

Nuove piantine

NEL VASO DELLA LATTUGA NON C’È NESSUNA PIANTINA.
NEL VASO DEL TAGETE CI SONO 74 PIANTINE.
OGNUNA HA UN GAMBETTO ROSSICCIO CON 2 FOGLIOLINE VERDI. SOLO
UNA PIANTA NE HA 3. ABBIAMO SCOPERTO CHE IL GERME ESCE DALLA PARTE DEL SEME CHE È NERA E VA VERSO IL BASSO PER FARE LE RADICI. ALCUNI SEMI NON SONO ANCORA GERMOGLIATI.DOPO APPENA 6 GIORNI, NEL VASO DELLE ZINNIE ABBIAMO CONTATO 45 PIANTINE. LO STELO È VERDE TRASPARENTE E HA 2 FOGLIOLINE VERDE CHIARO. ALCUNE PIANTINE HANNO IL SEME SULLA TESTA, ALTRI SEMI STANNO GERMOGLIANDO.
Classi 1a e 2a

SI SEMINA...

1 La maestra Silvana sta facendo il solco nel vaso.

2 Giulia sta mettendo i semini della lattuga nel solco.

3 Margot sta appiattendo i semini della lattuga con il righello.

4 Levy sta bagnando il vaso con i semi della lattuga.

5 Silvana mette la carta velina sul vaso della lattuga.

6 Axel fa vedere i semini del tagete ai compagni.

7 Si vedono i semini del tagete nel vaso.

8 Silvana ci sta facendo vedere i semini della zinnia.9 Si vedono i semini della zinnia nel vaso. Jennyfer e Giorgia cl.2a

L'histoire des jacinthes


Le 2 mars nous avons planté les jacinthes.Le 8 mars nous avons vu 2 germules sortir de la terre.Le 16 mars on voyait une petite fleur dans une plante de 5 cm.
Le 18 mars on a vu deux fleurs jaunes.Le 22 mars on a mesuré une plante de 18 cm , une de 10 cm et la troisième en train de sortir.
Eloè et Nicolò 2e cl.

Il cucchiaio spezzato

Materiale: bicchiere, acqua, cucchiaio
Procedimento: metterel'acqua nel bicchiere e il cucchiaio nel bicchiere.
Cosa succede: vediamo che il cucchiaio è spezzato.
Perchè: la luce entra nell'acqua e cambia direzione perché l'acqua non ha la stessa consistenza dell'aria, per questo il cucchiaio è spezzato, ma in realtà quando lo togli dall'acqua è intero.
Giulio e Antonio cl.3a

I colori della luce (esperimento)

Materiale: cartoncino bianco, un compasso, forbici, 7 colori dell'arcobaleno, matita, goniometro.
Procedimento: fare un cerchio di 5 cm con il compasso
ritagliare il cerchio
fare un buco in mezzo
dividere con il goniometro in 7 parti, ogni parte misura 51°
colorare le parti con i 7 colori dell'arcobaleno
infilare la matita nel centro e far girare velocemente
Cosa succede: quando il cerchio gira diventa grigio
Perchè: girando si mischiano tutti i colori dell'arcobaleno e diventano un solo colore grigiastro. La luce è fatta dei 7 colori dell'arcobaleno.
Mohammed e Amélie cl.3a

Monday, March 22, 2010

ASPIRANTI ARCHEOLOGI ! !


DA UNO SCAVO…
Lunedì 15 marzo 2010, siamo andati al museo archeologico regionale.

All’inizio ci siamo divisi in due gruppi.

Prima siamo andati a vedere delle foto con una archeologa che ci ha presentato i diversi tipi di scavi. Ci ha anche spiegato che il terreno è formato da diversi strati. Man mano che si sale la terra è diversa e i reperti sono più recenti.


Dopo di che abbiamo iniziato a scavare in questa tomba. L’archeologa ha dato ad ognuno di noi una cazzuola,un pennello e anche un paio di guanti.


Prima di iniziare ci ha fatto vedere come si procede in uno scavo archeologico. Per iniziare si sposta la terra con la cazzuola dal centro verso l’esterno e quando si inizia a sentire qualcosa si procede col pennello. Quando sta per uscire l’oggetto,ci si aiuta con una specie di bastoncino. Bisogna fare molta attenzione perché i reperti sono molto delicati e il contenuto di alcuni vasi o piatti può essere del cibo dell’ultima cena che aveva estratto il reperto viene dato al disegnatore che lo disegna.
In seguito il reperto viene messo in una scatola poi viene spedito alla restauratrice. Io,nello scavo,ho trovato una ciotola come Fabjana,Giorgia un piatto fondo,mentre Sveva un piatto normale Zoe un vasetto rotto. Per la tomba è lavorare meglio i reperti con precisione e per localizzare in 4 parti UST1,UST2,UST3 ed UST4.
Questa sigla seguita dall’iniziale che indica il materiale e il numero attribuito ad ogni oggetto ritrovato accompagnerà sempre il reperto in tutto il suo percorso.

…AD UN RESTAURO

Dopo siamo andati con una restauratrice che ci ha fatto visitare il museo dove c’erano tutti gli oggetti restaurati.
Ci ha parlato di due tipi di restauro. Tutti i piccoli oggetti si possano restaurare in una stanza mentre i muri non possono essere spostati. Poi abbiamo provato a ricostruire dei vasi e unire tutti i piccoli frammenti con lo scotch. Ci ha detto che eravamo facilitati perché erano reperti appena raccolti,mentre lei aveva più difficoltà perché i reperti sono sempre più arrotondati ed è più complicato riassemblarli il passare degli anni.
Mi sono divertita tantissimo ha fare l’archeologa!!

Al forte di Bard



Venerdì 26 Febbraio2010 sono andata al Forte di Bard con i miei compagni di 1°-2°-3°-4°e 5° e con le maestre Daria,Silvana,Paola e Samantha.Siamo partiti tutti insieme con lo scuolabus dalla scuola verso le 8.30 e siamo arrivati a Bard verso le 10.15 circa.
Appena arrivati abbiamo preso due ascensori:uno obliquo e l’altro verticale.Alcuni hanno avuto paura,altri no.Dopo di che siamo andati nel Museo delle Alpi dove abbiamo visto molte cose:le montagne,le Dolomiti,le montagne della Valle d’Aosta.la vita in città, le scuole, la vita in montagna,le case e le stalle di una volta e i santi.
Mi ha molto interessato la vita in montagna di una volta.
Chi viveva in montagna faticava molto. Si lavorava nei campi e si allevavano le mucche nelle stalle. A Dicembre,Gennaio e Febbraio non si poteva lavorare fuori perché la neve era troppo alta e copriva tutta la campagna. Gli uomini costruivano dei giocattoli in legno, non per i loro figli, ma per poi venderli alla fiera di Sant’Orso e le donne lavoravano a maglia. I bambini più piccoli riuscendo a entrare più facilmente nei camini,andavano di città in città per fare gli spazzacamini. Guadagnavano qualcosa per aiutare la famiglia. I bambini a quel tempo erano tutti magri perché mangiavano poco. Molti padri andavano all’estero a lavorare. Potevano per esempio anche lasciare la mamma da sola assieme a cinque figli.
I poveri non potevano permettersi di fare sport.
Dopo abbiamo pranzato in una sala tutta per noi e dopo mangiato abbiamo completato delle schede.
Poi finalmente siamo andati a fare l’arrampicata virtuale. Appena arrivati ci hanno divisi in squadre e hanno dato un cartellino a ogni caposquadra. Prima però ci siamo imbragati, messi il casco e ci hanno legato in cordate (a squadre divise). La mia squadra era composta da Fabjana,Eloè e Axel. Abbiamo fatto dei percorsi e completato un libretto. Non abbiamo completato tutto il percorso perché non avevamo tempo sufficiente. Infine siamo arrivati in cima al Monte Bianco.
È stata una giornata stupenda mi sono divertita molto. Soprattutto all’arrampicata virtuale!!!!!!!!!

Wednesday, March 17, 2010

DE BEAUX SOLIDES AVEC THOMAS

NOUS TRAVAILLONS AVEC THOMAS.
NOUS AVONS JOUÉ AVEC LES FORMES.
AXEL A FAIT UN CYLINDRE, COMME LA FORME DE LA TROUSSE DE MARGOT.
MARGOT A FAIT UNE BOÎTE EN PARALLÉLÉPIPÈDE. LE DÉ A LA FORME DU CUBE. GIULIA A FAIT UNE PIRAMIDE SUR LE PENTAGONE ET UN CÔNE SUR LE CERCLE. POURQUOI THOMAS ET OTHILIE SONT-ILS PARTIS ? ILS ÉTAIENT TRÈS GENTILS.
Giulia, Axel et Margot

Esperimenti con la luce

ESPERIMENTO del MAPPAMONDO

MATERIALE :
Una stanza buia, un mappamondo e una pila.

PROCEDIMENTO:
Una persona tiene il mappamondo restando al centro. L’altra persona invece deve prendere la pila e restare di fronte. La prima persona deve girare il mappamondo lentamente.

COSA SUCCEDE ?
Girando il mappamondo si riesce a vedere com’è la luce del sole rispetto al globo: per esempio quando in Italia è giorno in Australia è notte ecc.

PERCHÉ?
Riesce ad illuminare solo metà sfera per volta perché il mappamondo gira ma la luce è fissa.


ESPERIMENTO DELLE FODERINE

MATERIALE:
- 2 torce
- 3 pochettes colorate (verde, rosso, giallo)

PROCEDIMENTO:
1- Abbiamo messo i 3 colori sovrapposti.
2- Poi abbiamo preso le 2 torce e Carlotta e Amélie hanno messo le torce sulle 2 pochette gialle e rosse.
CHE COSA ABBIAMO VISTO ?
Abbiamo visto che il giallo e il rosso formano il verde.
A CHE COSA SERVE QUESTO ESPERIMENTO?
Questo esperimento serve a fare capire che i colori primari possono fare i colori secondari.


ESPERIMENTO DELLO SPECCHIO


MATERIALE: uno specchio, cartoncino bianco, un cartoncino nero, una pila e un viso

PROCEDIMENTO

Una persona si mette di profilo e tiene in mano lo specchio; un’altra persona deve tenere i due cartoncini mettendosi di fianco: una terza persona punta la luce sul naso … cambiando i cartoncini.

COSA SUCCEDE?
Nella foto si osserva Amélie che sperimenta come una torcia messa a lato del suo viso rifletta su un foglio bianco posto sull’altro lato la luce.

PERCHE'?
Il cartoncino bianco riflette la luce che va ad illuminare il viso, quello nero, invece, assorbe la luce e non la rimanda sul viso.

ESPERIMENTO DELLA RIFRAZIONE DELLA LUCE
MATERIALE: una vaschetta di plastica non tanto profonda, una torcia, un cartoncino bianco e uno specchio.
COME SI FA: mettere dentro la vaschetta un po' d' acqua e uno specchio, mettere un cartoncino davanti allo specchio e la torcia puntata allo specchio.
COSA SUCCEDE: si vedono i colori dell'arcobaleno sul cartoncino.
PERCHE': a causa della rifrazione della luce.
ESPERIMENTO DEL CARTONCINO
MATERIALE: pila, cartoncino, matita
COME SI FA? Un bambino doveva avere due cartoncini neri sui quali doveva fare due buchi e metterli in linea retta.
Con la pila doveva fare luce nel buco del cartoncino.
Doveva prendere il cartoncino e guardarci dentro.
COSA SUCCEDE?
Succede che se tu guardi correttamente nel buco vedi una luce.
PERCHE'?
Se tu metti in direzione perfetta i 2 buchi, la luce arriva perché segue solo una linea orizzontale.
Classi 3a, 4a e 5a

Thursday, March 11, 2010

Venerdì 6 marzo, stavamo facendo disegno, quando abbiamo sentito delle voci. Erano i grandi che avevano giocato con la neve e rientravano. Si sono cambiati per tornare in classe; anche noi ci siamo cambiati, ma per uscire. Margot non trovava la tuta: era nello spogliatoio. Siamo usciti anche noi. Siamo andati sulla pista di bob di Saint-Nicolas. Ci siamo divertiti.
Quelli che avevano la paletta e avevano già fatto un giro la imprestavano a quelli che non l’avevano e avanti così. Con noi è venuta anche Othilie, una giovane maestra francese.
Eloè e Nicolò cl. 2a

Tuesday, March 09, 2010

Gita al forte di Bard


Venerdì 26 febbraio sono andato al forte di Bard con i miei compagni.
Abbiamo preso tre ascensori dai quali si vedeva tutto il paesaggio della Bassa Valle.
Per prima cosa abbiamo guardato il museo.
Abbiamo parlato degli animali dei boschi e delle montagne.
La prima classe e la seconda facevano altre cose mentre noi di terza eravamo con quarta e quinta. Dopo mangiato abbiamo fatto delle schede con Marisa, la nostra guida. Dopo abbiamo fatto la scalata virtuale. Abbiamo indossato il casco, l'imbragatura e una corda ci teneva legati insieme ad altri compagni. Dovevamo rispondere a delle domande e se facevi giusto prendevi dei punti. C'era anche un percorso di neve e di ghiaccio in cui non dovevi mettere i piedi sul ghiaccio altrimenti cadevi nel crepaccio.Infine abbiamo raggiunto la vetta.
Mi è piaciuto andare al forte di Bard e vorrei ritornarci per vedere meglio il museo delle Alpi, per riprovare la scalata virtuale al monte Bianco e per provare la palestra artificiale di arrampicata.
Mohammed e Giulio cl. 3a